Il Melegnanese con «el Culumbin», il giornale e il più meregnanino dei suo collaboratori: l’uomo che ha descritto e parlato all’anima autenticamente popolare di questo paese che è diventato città ma è rimasto ancorato ai valori che sono nati nei cortili, nelle vie, nelle piazze del mercato, sui pasquè delle sue chiese, eternamente polemico ma rispettoso, sorridente anche di fronte alle più scomode verità e alle difficoltà che si presentano nel quotidiano della vita di ognuno.
Sono solo alcuni degli scritti, articoli, episodi, aneddoti o personaggi dell’immenso patrimonio conservato nel piombo che ha impresso le pagine del periodico, potevano essere 100, forse 1000, opere importanti; «el Culumbin» non scrive ma scolpisce e dipinge le parole, come sul più duro dei materiali o sulla tavolozza di tela di un quadro perché restino impresse nel tempo e nello spazio della memoria e dei ricordi, perché diventino storia e leggenda di una comunità.